Lexus Design Visionaries: LBX – Redefining Automotive Design

I risultati di questo lavoro di ricerca sono manufatti in alluminio, realizzati dagli studenti con la guida di Claudio Larcher (NABA Design Area Leader), Andrea Mancuso (docente dell’Accademia) e con il supporto di Sofia D’Andrea (NABA Design Area Academic Assistant). Ognuna delle sette opere rappresenta un principio progettuale o un dettaglio iconico dell’auto, reinterpretato in forma evocativa, in grado di dialogare coerentemente con il linguaggio stilistico della vettura e allo stesso tempo di amplificare i riferimenti culturali e concettuali. Dal progetto nasce quindi una nuova prospettiva sulla relazione tra design automobilistico e narrazione artistica, che si sposa perfettamente con alcuni dei valori fondanti del brand: il design e l’estetica giapponese tradizionale, l’artigianalità Takumi garantita dai maestri artigiani Lexus, e la volontà di offrire esperienze memorabili e capaci di emozionare, sia di fronte a un’opera d’arte che a bordo di un’auto.

Le opere realizzate dagli studenti riflettono una straordinaria varietà di approcci e suggestioni, unite dalla capacità di rileggere il DNA Lexus attraverso linguaggi contemporanei. A partire da “Kura”, progettato da Nino Leone: uno sgabello ispirato alle linee essenziali e compatte della Lexus LBX. Le superfici curve e i volumi misurati richiamano la velocità controllata e il dinamismo della vettura. L’oggetto fonde eleganza e solidità, offrendo una presenza forte ma mai invadente, perfetta sintesi tra design minimale e riflesso della luce. “Shakujō”, di Eleonora Astolfi e Julia Fabbriani, prende ispirazione dal tradizionale bastone buddista utilizzato dai monaci viaggiatori, caratterizzato da un anello metallico con più cerchi che, agitati, producono un suono riconoscibile. Gli studenti ne propongono una versione scultorea e futurista, in cui il movimento degli anelli richiama l’idea del viaggio, dell’esplorazione e della protezione, temi che si riflettono anche nell’esperienza a bordo di Lexus LBX.

Tra gli altri manufatti, “Ensō”, creato da Anna Della Pedrina, una lampada scultorea ispirata al faro posteriore della LBX: una sottile linea LED orizzontale, segno grafico distintivo della vettura. Questo tratto viene inciso nell’alluminio e attraversato dalla luce, creando un oggetto che fonde solidità e fluidità, simbolo di un lusso minimale ma caldo e materico. “Wabi Sabi”, di Aniello Francesco Iervolino e Daniele Padovani, riflette invece sulla bellezza della semplicità. L’opera prende la forma di uno scrigno sfaccettato, che richiama la selce come archetipo di artigianalità antica. Le sue linee essenziali evocano il “lusso dell’ordinario”, raccontando come l’auto LBX metta al centro l’esperienza autentica più che l’ostentazione. La quinta opera, “Ugoki”, ideata da Nicolò Cirillo e Beatrice De Paoli, è un centrotavola interattivo in cui una sfera scorre su un vassoio dalle superfici modellate, richiamando le linee sinuose della LBX. L’utente può muovere la sfera, sperimentando il delicato equilibrio tra controllo e sorpresa, proprio come nella guida di un’auto che sa essere reattiva ma armoniosa.

Infine, le ultime due opere: “Hi-no-Kage” e “Omotenashi & Mirror”. “Hi-no-Kage”, realizzata dagli studenti Zeynep Uysal, Mariya Levytska e Vinayan Ravikumar, è una famiglia di portacandele che reinterpreta i valori simbolici di Lexus LBX in eleganti oggetti da tavolo scultorei. Infine, “Omotenashi & Mirror” di Zhen Yang, uno specchio da tavolo ispirato al concetto giapponese di accoglienza attenta (Omotenashi), che riflette la cura per i dettagli di Lexus LBX. Il design richiama la forma degli specchietti laterali dell’auto, fondendo artigianato tradizionale e stile moderno per esprimere qualità e attenzione all’esperienza utente.