Dare forma a spazi capaci di rispondere alle aspettative di una nuova generazione di professionisti: la progettazione degli spazi di lavoro è stato il tema centrale dell’undicesima edizione della NABA Design Marathon. Dall’8 al 10 aprile, 42 studenti dell’Area Design hanno risposto alla chiamata di NABA e YouniteStars sviluppando layout rivoluzionari con l’obiettivo specifico di rivedere il concetto di workspace.

Progettare spazi di lavoro: la sfida, i vincitori, le menzioni speciali

La sfida lanciata ai dieci team partecipanti era quella di ripensare gli ambienti di uno spazio di 6.000 metri quadri in zona Certosa, a Milano, destinato ad aziende, professionisti e creativi. Guidati dai mentori Meital Cohen e Luca Macri (entrambi NABA Lecturer), gli studenti hanno sviluppato i propri concept rispondendo alla necessità di trasformazione di esterni e interni.

Al termine di una sessione di lavoro di 48 ore, “Nucleo” è stato premiato come miglior progetto di questa edizione. Il team composto da Nayeli Celeste Facio Santiago, Simona Blagojevic, Chiayun Lee e Maria Moldoveanu ha ripensato lo spazio come centro gravitazionale dei talenti e delle persone che vivono nell’area. Gli studenti del Triennio in Design e del Biennio Specialistico in Interior Design hanno realizzato un layout che interpreta l’idea di una “Piazza 2.0” in cui tutti partecipano allo scambio di informazioni, costruiscono relazioni e creano innovazione.

Una menzione speciale è stata ricevuta anche dai progetti “Off The Grid” e “24h by Amma”. Al primo hanno lavorato Roberta Petrelli, Flavio Serpino, Achille Meyvis, Anastasia Ivaylova Radneva, anche loro del Triennio in Design e del Biennio Specialistico in Interior Design. Qui, l’innovation centre viene interpretato come un luogo per “scappare dal networking digitale”, creare relazioni significative e dare alle persone una ragione per tornare agli spazi di lavoro fisici, per quanto non convenzionali e innovativi. “24h by Amma” è, invece, il progetto di Mariapia Colavin, Matilde Nera, Albjon Shkrepi e Andrea Labanca, studenti del Triennio in Design. Questa volta, il workspace cambia di continuo, muta da privato a pubblico, si adatta a funzioni e routine differenti. L’ambiente si distingue per fluidità — cifra distintiva dell’attuale, dei giovani creativi e degli imprenditori emergenti.

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