I giovani talenti di NABA, grazie alla collaborazione con Dani Academy, storica conceria di Arzignano, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con l’innovazione sostenibile delle pelli, uno dei settori più apprezzati dell’intero Made in Italy.

Con la supervisione di Claudio Larcher, NABA Design Area Leader, delle docenti Natascia Fenoglio e Martina Grasselli, e di Manal Abu Monassar, NABA Academic Assistant, gli studenti delle Aree Design e Fashion Design sono stati coinvolti in due workshop: il primo dedicato a creare una collezione Zero Impact e il secondo a dar vita a prodotti scaturiti dal recycling creativo che recupera e trasforma gli scarti di lavorazione.

Gli otto lavori selezionati da una giuria composta dalle docenti di NABA che hanno guidato gli studenti nel corso del progetto e dal board di Dani sono stati esposti allo Spazio Lineapelle, nei giorni in cui a Fiera Milano Rho si svolgeva Lineapelle (22-24 settembre), e presentati nell’evento dedicato del 22 settembre che ha visto la partecipazione di Guido Tattoni, Direttore NABA, Claudio Larcher, NABA Design Area Leader, Colomba Leddi, NABA Fashion Design Area Leader, il Cavaliere del Lavoro Giancarlo Dani (CEO del Gruppo Dani) e Fulvia Bacchi (CEO di Lineapelle).

Francesca Ponti ed Elena Serafini, studentesse del Triennio in Fashion Design di NABA, hanno improntato la loro ricerca sulle sovrapposizioni di materiali capaci di disegnare forme tra il vuoto e il pieno; Giulia Ciolas e Maria Llinares, del Biennio Specialistico in Fashion and Textile Design, hanno lavorato sulla durabilità nel tempo che la pelle assicura, proponendo oggetti intercambiabili, per non annoiare mai; Vanessa Feroldi e Valentina Barbaro, studentesse del Triennio in Fashion Design si sono concentrate sulla resilienza, con la tecnica antica del kintsugi a ricucire insieme strappi preziosi; Aurora Possenti e Aldo Mucciarone, studenti del Triennio in Design di NABA, sull’incontro/scontro energizzante della dimensione naturale della pelle; Carrie Hack, del Biennio Specialistico in Product and Service Design, sull’essenzialità di un pezzo unico, capace di diventare borsa e contenitore senza scarto; Ottavia Ferraris e Giulia Colombo, studentesse del Triennio in Design, hanno posto al centro il DNA della pelle, come luogo della memoria da ricucire; Pietro De Longhi e Michele Rizzoli, del Triennio in Design, hanno spostato il focus sull’usabilità di shopper che prendono forme diverse in modo fluido in base alle destinazioni d’uso in ottica zero waste e infine Silvia Prandini e Manuel Venditto, studenti del Triennio in Fashion Design, si sono concentrati sull’attrazione degli opposti e dei gemelli destinati a trasformarsi in oggetti di design impreziositi dalla loro imperfezione.

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